22 Feb Come far arrabbiare il tuo Social Media Manager: il modus operandi del cattivo cliente
Hai appena assunto un Social Media Manager o iniziato a collaborare con un professionista? Eccoti qui una lista di comportamenti da evitare per far felicemente fruttare la vostra partnership!
Quando parte una nuova collaborazione o un progetto ci si aspetta sempre il massimo da tutti. O almeno: questo è quello che mi aspetto io, che per natura sono ottimista e propositiva. In varie occasioni del mio vissuto lavorativo, però, mi sono scontrata con personaggi arroganti e irrispettosi (parlo al maschile per comodità, ma le donne sono assolutamente comprese e anzi, sono state le più “brave” a darmi del filo da torcere!).
Oggi voglio aiutarti ad essere un cliente modello, che non significa rendere la vita facile al tuo collaboratore o dipendente, ma trarre il massimo vantaggio (anche economico) dalla vostra collaborazione!
Non dimostrare interesse (e delegare al Social Media Manager l’approvazione dei contenuti)
Potresti pensare che una delle scocciature più grandi sia legata al pagamento: c’è anche quella, ma è in fondo alla lista. La cosa peggiore che tu possa fare al tuo Social Media Manager è ignorarlo. Ghostare le sue mail e i suoi messaggi, lasciandolo con un visualizzato a doppia spunta e nel silenzio delle proprie riflessioni. Un’attività di social media marketing funzionale e funzionante vede due attori protagonisti: l’esperto delle piattaforme e il cliente, profondo conoscitore della sua impresa. Per rendere i social reali risorse di business, come ci si propone per rendere proficua l’attività, bisogna scavare nella quotidianità odierna ideando contenuti di spessore e veicolando campagne performanti. E queste saranno performanti se l’offerta è appetibile: a questo punto avrai chiaramente compreso che un Social Media Manager non può fare tutto da solo e che la tua collaborazione e la tua propositività sono fondamentali. Depenna dalla tua concezione di social media marketing il contenuto commerciale: non è più sufficiente.
Io comando: voce del verbo mancare di rispetto
Un conto è avere le idee chiare, un conto è pretendere e comandare. Il Social Media Manager è un tuo alleato: proponigli la tua idea e chiedigli la soluzione più adeguata e performante al raggiungimento dell’obiettivo. Il professionista impiegherà volentieri il suo tempo per aiutarti e consigliarti. Viceversa, se gli mandi un decalogo di azioni da compiere, ti starai implicitamente assumendo la sua competenza e cioè quella di scegliere timing, formati, contenuti, trasformandolo in un mero esecutore delle tue volontà.
Poniti sempre in ottica costruttiva, aprendo alla discussione e al brainstorming: ti servirà anche per capire le reali competenze della persona che hai di fronte.
Urgenze e disorganizzazione: mandare in burnout il Social Media Manager
Di tutto ciò che ho visto in questi anni di esperienza lavorativa, ti posso assicurare che solo il 5% delle “urgenze” era una reale urgenza. Urgenza è comunicare un blackout del sito, un malfunzionamento della linea telefonica, un ufficio interamente assente in azienda, un’interruzione di servizio per condizioni metereologiche. Tutto il resto è assimilabile alla parola disorganizzazione. Sono parole forti, ne sono consapevole: ma pianificare l’attività aziendale è fondamentale per garantirti scelte sempre più sostenibili e ridurre i rischi. E vogliamo operare in questa direzione, vero?
In più, ricordati che se il tuo Social Media Manager non è un dipendente ma un collaboratore esterno, devi adoperarti per fornirgli informazioni puntuali e corrette in tempi adeguati allo svolgimento del lavoro, perché oltre a te si occupa anche di altre realtà. “L’oggi per domani”, oltre ad essere rischioso, denota una mancanza di rispetto.
Alla fine di tutto a perderci sei sempre tu, perché la qualità dell’output finale ne risente.
Pagamenti in ritardo: il Social Media Manager non vive di altruismo
Può capitare a tutti di avere un problema con l’amministrazione, di attraversare un momento delicato o semplicemente di perdersi qualche fattura. In questi casi, la trasparenza è fondamentale. Evita che il professionista debba sollecitarti ogni mese per avere il saldo della fattura (o, ancor peggio, lo stipendio) perché questo è indice di una collaborazione che non è destinata a durare. “Nessuno lavora per la gloria!” mi disse il mio primo titolare e, se il riconoscimento economico non deve essere l’unico interesse, sicuramente è un aspetto fondamentale su cui non possiamo tergiversare.
Mi è capitato, all’inizio della mia esperienza in partita iva, di sostenere un cliente che ritardava mensilmente nei pagamenti. Trattandosi di una piccola realtà ho cercato di portare pazienza, consapevole dei costi importanti che gravano sulle aziende locali. Quando dopo un anno di attività non eravamo in regola con i pagamenti ma anzi, le tempistiche si erano ulteriormente allungate, ho ritenuto opportuno terminare la collaborazione: rimanendo in buona fede, mi ero resa conto che forse l’attività di social media marketing per il cliente non era sostenibile e non potevo rischiare che il mio lavoro non venisse retribuito. Successivamente, ho scoperto che c’erano stati altri due Social Media Manager prima di me e che si era sempre seguito lo stesso copione, dicendo che la fase era “momentanea”…
Richieste e comunicazioni ad orari impensabili: Il Diavolo Veste Prada è un film, non la realtà
Capita che alcuni imprenditori si soffermino in azienda dopo l’orario di lavoro o ci si rechino anche nel weekend. Penso che sia normale quando si ha davvero a cuore il proprio business. Come fare quindi se, alle 9 di sabato sera, ci raggiunge l’illuminazione della vita su un’attività di Social Media Marketing? Sicuramente bombardare il nostro specialista dei social su WhatsApp, convinti che sia operativo e in grado di darci una risposta in una manciata di minuti, è l’opzione sbagliata. Per tutte le richieste fuori orario, la casella di posta elettronica è l’alleato migliore nonché il più professionale. Evitiamo di tempestare di messaggi chi lavora per noi a orari improbabili: conoscere i confini entro i quali possono collocarsi le nostre richieste è segno di rispetto, serietà e professionalità. E sono sicura che tu, agli occhi dei tuoi collaboratori, vuoi apparire proprio così.
Se sei arrivato fino a qui, probabilmente sei una persona consapevole, che ha costantemente voglia di imparare e che non si ritiene “arrivata” e che anzi non teme di mettersi in gioco. Con buone probabilità non ha mai commesso uno degli errori sopracitati e, se invece lo hai commesso, ti formi costantemente per imparare.
Hai voglia di lasciarmi le tue impressioni su quanto ti ho raccontato oggi? Discutiamone insieme nei commenti o, se preferisci rimanere anonimo, mandami un messaggio tramite il form contatti: aspetto con ansia il tuo parere!
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