Facebook è morto… e altre dicerie a cui non dare peso

Facebook è morto

Facebook è morto… e altre dicerie a cui non dare peso

Facebook è morto ormai, conviene puntare su Google o su TikTok!” È una frase che mi è capitato di sentire più di qualche volta. Da persone che però non sembrano essere del mestiere. 

Oggi ti spiego perché non rispecchia la realtà e soprattutto su quali fonti basarti per capire se il gigante blu fa ancora al caso tuo. 

“Facebook è morto”, ma partiamo da quando è nato! 

Era il lontano febbraio 2004 quando un giovanissimo Mark Zuckerberg, all’epoca ventenne e studente di informatica, si apprestava a lanciare dalla mensa dell’università di Harvard il sito The Facebook. Il successo che ha avuto la piattaforma in questione lo conosciamo ormai tutti: nel giro di pochissimo tempo questo social network è entrato in tutte le nostre case, consentendoci di rimanere in contatto con amici e parenti e persino rinsaldare rapporti con persone che avevano fatto parte della nostra vita.

Ma come si è giunti, dunque, a questo ipotetico declino?

Facebook è morto… per colpa di Instagram? 

Dal suo lancio nel 2004 al 2010 circa Facebook ha navigato a vele spiegate e senza troppe burrasche all’orizzonte. Da quando però Kevin Systrom, laureando a Stanford, ha avuto l’intuizione di creare Instagram, il team di Facebook ha sentito un po’ di pressione perchè la nuova app stava generando un grande interesse nelle generazioni più giovani. Sappiamo già la fine della storia: nel 2012 Zuckerberg ha annunciato l’acquisizione della new entry, che oggi fa parte, insieme a Facebook e WhatsApp, del gruppo Meta. 

2018: l’arrivo di TikTok

Negli anni successivi Facebook ha importato molte delle caratteristiche di Instagram, investito su nuovi strumenti e copiato qualche idea innovativa: le stories, ad esempio, non sono altro che una rivisitazione degli snap di Snapchat, contenuti da 24 ore. 

Con il boom di TikTok, social media cinese basato unicamente sul contenuto video, Zuckerberg ha chiesto al team Instagram di lavorare alla creazione di quelli che poi sono diventati i reels

Ecco che tra un paio d’acquisti (Instagram e WhatsApp) e un paio di idee copiate (stories e reels) Zuckerberg si trova oggi ad avere un impero, che comprende due dei più importanti social network e l’app di messaggistica istantanea più utilizzata.

Ma allora, perché diciamo che Facebook è morto? 

Gli utenti del 2004 non sono gli utenti… del 2024! 

La teoria è nata dal fatto che c’è stato un graduale abbandono di Facebook da parte di molti utenti dovuto allo scandalo di Cambridge Analytica (2017) e la mancata iscrizione al gigante blu delle generazioni più giovani. Nello specifico, la Gen Z, cioè i nati dal 1997 al 2012. 

Questo è avvenuto perché Facebook è un social network che dà molto peso alla parte testuale del contenuto, un po’ come il vecchio MySpace o come il coetaneo Twitter (ora X), mentre Instagram, Snapchat e TikTok conferiscono ai multimedia (foto e video) il 90% dell’importanza di un post. Come utenti ci siamo abituati a raccontare molto meno e a mostrare di più: foto, caroselli e video sono diventati mezzi sostitutivi delle parole. Ci pensa la fotocamera, noi non ci sforziamo più.

Ed ecco che Facebook ci sembra ormai obsoleto. 

Dati alla mano per capire se Facebook è morto… davvero

Quando mi trovo a consigliare una piattaforma ad un cliente non lo faccio però sulla base del gusto personale o sulle dicerie da bar. Mi affido ai dati, e nello specifico al report stilato a gennaio da WeAreSocial e MeltWater che trovi QUI e che è un punto di riferimento per i professionisti del digitale. 

Il report viene aggiornato ogni anno. Ti commento un paio di slide che ho trovato particolarmente interessanti: questa qui sotto, ad esempio, ti mostra che Facebook è ancora il terzo sito web più googlato al mondo.

Qui invece puoi vedere come, confrontato con gli altri social media, sia ancora la piattaforma che vanta più iscritti. Questi dati sono a livello globale, ma se andiamo a vedere il report italia che trovi QUI vedrai che non c’è molta differenza.

E se ancora non sei pienamente convint*, eccoti qui un’ultima slide esplicativa: i fruitori attivi di Facebook anno dopo anno

Potrei continuare mostrandoti altre diapositive, come quelle del traffico verso i siti da parte di Facebook, ma non voglio annoiarti: puoi sfogliare il report che ti ho linkato sopra e analizzare dato per dato. 

Un ecosistema dati di grande potenza

Facebook non è morto, e non solo: grazie all’acquisizione di Instagram e WhatsApp le campagne pubblicitarie beneficiano di un target potenziale molto ampio, perché possono correre su più piattaforme contemporaneamente, focalizzandoci su quale fornisce i migliori risultati. Meta sta lavorando molto sulla qualità e sulla pertinenza degli annunci pubblicitari, cercando di fornire un servizio utile e rilevante agli utenti.

Poi, ovviamente, ci sono ancora molti aspetti di questo social network da sistemare e aggiornare. Chissà quali novità vedremo a breve!

Perchè si dice “Facebook è morto?” 

Perché si vuole ostentare la conoscenza di un argomento quando invece la si ha solo approssimativamente. Magari perché non è direttamente ciò di cui ci occupiamo (l’ultima volta ho sentito questa frase da un graphic designer, la cui quotidianità, ti assicuro, è molto diversa dalla mia) o magari perché vogliamo far colpo o suscitare l’attenzione dell’interlocutore.

Io preferisco affidarmi ai dati: e tu? Lasciami un commento oppure scrivimi tramite il form e fammi sapere che ne pensi! 

No Comments

Post A Comment